sabato 3 marzo 2012

Adiós muchachos, o del dialogo nel fumetto


Paolo Bacilieri, Matz, Daniel Chavarría, Adiós muchachos, Rizzoli Lizard, Milano, 2012.
Tratto dal romanzo di Daniel Chavarría, Adiós muchachos, pubblicato in Italia da Marco Tropea Editore, Milano, 2004.


Che fumetti o film tratti da romanzi spesso deludano è un luogo comune; non per questo è meno vero. Di solito, l'impronta del medium originale rimane sempre molto forte, in quanto la storia stessa era stata pensata per funzionare scritta, disegnata o in movimento - in uno solo di questi modi.
Premettendo che il romanzo di Chavarría non l'ho letto, in questo caso in realtà funziona tutto molto bene. Il merito è anche di una trama ricca di colpi di scena, di cambi di ambientazione, di vero movimento: non per niente la storia inizia con Alicia, la protagonista, in bicicletta per le strade dell'Avana.
Ma il movimento di un romanzo, per quanto frenetico, è sempre minore di quello di un fumetto: per questo la scelta di Bacilieri, disegnatore di per sè dal tratto statico (statuario), è stata decisiva. Si crea un rallentamento della storia, in ogni vignetta, che si adatta proprio al ritmo di un romanzo veloce.
Il fumetto però non appare lento; perchè Bacilieri, da esperto del mezzo, disegna anche con i dialoghi e i baloon.

La trama è abbastanza complessa, come ci si aspetta da qualunque buon noir. Alicia, giovane cubana, seduce i ricchi stranieri con la complicità della madre, per vivere poi dei regali ricevuti dagli amanti. Intreccia però una relazione più profonda con l'affascinante Juanito (John King), manager di una società che intende guadagnare con i relitti sommersi intorno alle coste di Cuba. Dopo alcuni giorni di passione, l'uomo chiede però ad Alicia una prestazione diversa: vuole che la ragazza seduca degli uomini, a propria scelta, spiata da lui stesso e dalla moglie, che non le fa conoscere.
In seguito a un incidente domestico - scivolone sull'oliva del Martini - la "moglie" di Juanito muore; lui, in preda al panico, chiama la giovane, che scopre così che la donna è in realtà un uomo, e che l'uomo è il capo della società di Juanito. Per non far scoppiare lo scandalo e per guadagnarci qualcosa, i due decidono di inscenare un rapimento con richiesta di riscatto. Tutto sembra andare bene, ma poi finisce male: Alicia torna a pedalare e a fingere cadute per sedurre gli stranieri, Juanito trova una nuova capa e sembra del tutto intenzionato a conquistare anche lei.

Tutto ciò in 126 pagine di disegni, che, come ho anticipato, sono molto statici. Nelle prime immagini Alicia cade dalla bici: ma nella vignetta non sta cadendo, è sospesa in aria. Solo così è possibile scorgere tutti i dettagli che Bacilieri mette nei suoi disegni. 


La storia quindi procede attraverso i dialoghi. Il rischio era di creare un libro illustrato: il famoso effetto "Storia d'Italia a fumetti di Enzo Biagi", temutissimo da ogni lettore avveduto. Il modo classico di evitare la sciagura è la riduzione delle parole e la narrazione per immagini; Bacilieri però sa andare oltre. Con lui, i dialoghi entrano a far parte dell'architettura della pagina, agiscono fisicamente nella storia. Alicia e Juanito nuotano seguendo la corrente delle parole; tra le parole, Juanito pensa ad Alicia. In queste immagini si vedono le parole.


Ed è proprio così, che dovrebbe funzionare ogni fumetto. 
Applausi per Bacilieri.

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