martedì 12 giugno 2012

Tamara Drewe o della britannicità


Posy Simmonds, Tamara Drewe, Nottetempo, Roma, 2010.
Edizione originale inglese: Tamara Drewe, «The Guardian», 24 settembre 2005 - 20 ottobre 2007.
Traduzione di Susanna Raule. 


Tamara Drewe è un fumetto inglese. Molto inglese: stupisce solo che non compaia Miss Marple di passaggio. Però ci sono le signore con il cappello e la campagna gentile dell'Inghilterra; ci sono, soprattutto, mille personaggi e una trama complicata.

In effetti pare che la storia sia liberamente tratta da un romanzo (che ammetto di non aver letto): Via dalla pazza folla, Thomas Hardy, 1874.
La rivisitazione dell'opera è però profonda. Basti pensare che nel fumetto - pubblicato su «The Guardian» dal 2005 al 2007 - un ruolo fondamentale ce l'hanno chirurgia plastica ed e-mail, forme di comunicazione difficilmente immaginabili da un romanticone come Hardy.
La trama non provo neanche a riassumerla: comprende una casa di campagna adibita a ritiro lavorativo per scrittori, svariati tradimenti e innamoramenti, adolescenti annoiate, una morte accidentale e un omicidio commesso da una mandria di mucche. Chi ha visto il film del 2010, girato da Stephen Frears, sa che in effetti le mucche sono una presenza fondamentale.


Eccole qui, mentre ostentano indifferenza

Lo stile di narrazione è molto particolare. Più che graphic novel vera e propria, Tamara Drewe è infatti un mix fra un romanzo illustrato e un fumetto: ci sono lunghissime didascalie, quasi racconti in prima persona alternati a sequenze di vignette e baloon. Cosa strana poi per una pubblicazione italiana, il lettering è in stampatello minuscolo: probabilmente, una scelta della Nottetempo per non evidenziare troppo lo stacco fra testo e baloon. Anche se alla fine ci sono delle piccole incongruenze: del tipo che le parolacce sono censurate nei fumetti con profusione di asterischi, e mantenute invece nei testi. Misteri della traduzione o della politica editoriale del Guardian?

L'alternanza fra parole e disegni costituisce in realtà anche un interessante stratagemma narrativo. Le lunghe didascalie/testi, infatti, servono a introdurre punti di vista diversi: il cambio di personaggio narrante è così evidente, senza che si debba ricorrere a cambiamenti di stile grafico (che, suppongo, non sarebbero stati molto graditi a un lettore medio del «The Guardian» alla ricerca della sua tavola settimanale). Le opinioni della protagonista Tamara Drewe sono invece riportate indirettamente: nel fumetto vengono riprodotti gli editoriali che il personaggio scrive per una rivista, che si rifanno a quanto accaduto nella sua vita reale - cioè quella narrata nella graphic novel.
Ma Posy Simmonds è una fumettista piena di risorse: e ha escogitato anche un altro sistema per raccontare, stavolta graficamente, i pensieri dei personaggi. Ci sono enormi nuvolette di pensiero che avvolgono quantità variabili di vignette: il risultato è che noi veniamo contemporaneamente a conoscenza di cosa sta facendo il personaggio, di cosa sta pensando il personaggio e quindi del suo stato d'animo, di cosa è avvenuto in precedenza e ancora non sapevamo.



Per il resto, la gabbia è essenzialmente classica, e lo stile leggermente caricaturale ricorda molto Will Eisner. Posy Simmonds inserisce quindi in tavole apparentemente tradizionali una serie di soluzioni narrative discretamente furbe e innovative.
E tutto ciò dà la misura di quali risultati si possano ottenere con la pubblicazione di un fumetto allegato a un quotidiano - altro che Mytico!... Il tutto ovviamente senza avere chissà che pretese di artisticità o graphic journalism impegnato. Una storia coinvolgente, disegni gradevoli, narrazione scorrevole e interessante. 



«The Guardian» poi, una volta vendute le sue belle copie del sabato, ha pensato bene di mettere il fumetto in rete: lo potete quindi leggere qui. In realtà, alcune pagine sono state modificate per l'edizione in volume, che conta circa dieci tavole in più. Potreste quindi comprarvi il libro, o prenderlo in prestito in biblioteca come ho fatto io; ma mi sento di sconsigliarvi assolutamente l'ebook scaricabile da Ultimabooks.it. Alla modesta cifra di 10€ comprereste un semplice pdf - probabilmente lo stesso inviato a suo tempo allo stampatore - di un volume da 22,5 x 26 cm. La lettura su qualsiasi tablet o ereader sarebbe una dura prova per le vostre diottrie.

Posy Simmonds, fumettista e incarnazione della britannicità

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