giovedì 9 agosto 2012

Dykes to Watch Out For


Alison Bechdel, Dykes, traduzione e selezione di Francesco Pacifico, Rizzoli, 2009.
Prima edizione USA: The essential Dykes to Watch Out For, Houghton Mifflin Harcourt , 2008.
Le strisce di Dykes To Watch Out For sono state pubblicate su diversi giornali dal 1983 al 2008.


Conoscete il Bechdel Test? È un test secondo cui un film, per essere valido, deve rispondere a tre semplici requisiti:

1) devono esserci almeno due donne
2) che devono parlare fra di loro
3) a proposito di qualcosa che non sia un uomo.

Ovviamente è un test di stampo femminista, della cui validità si può dubitare. Ha però il sacrosanto pregio di escludere la quasi totalità dei film sul machismo nelle sue varie forme, e di far riflettere sulla parità di genere: un'analoga verifica, rivolta al maschile, probabilmente non inciderebbe minimamente la programmazione cinematografica. Il test, nei suoi quasi trent'anni di vita, ha inoltre raggiunto una discreta popolarità: esiste persino un sito, bechdeltest.com, in cui oltre 3.000 film sono catalogati secondo i tre criteri.

Del Bechdel Test parliamo qui perchè è strettamente legato al mondo del fumetto: deve infatti il suo nome ad Alison Bechdel, che lo rese popolare in una striscia di Dykes To Watch Out For (cioè "Lesbiche a cui fare attenzione") del 1985. L'ideazione è invece attribuita a una delle amiche dell'autrice, Liz Wallace.

 

La popolarità raggiunta da questa semplice regola testimonia che un fumetto, al pari di un'opera letteraria, può non solo descrivere la realtà, ma anche influenzarla nel suo divenire; e che Dykes To Watch Out For è riuscito a cogliere in pieno l'obiettivo, raggiungendo - azzarderei - lo status di classico del fumetto.
In Italia l'opera è arrivata solo nel 2009, grazie alla raccolta Rizzoli citata sopra; ma negli Stati Uniti è stata pubblicata ininterrottamente dal 1983 al 2008, seguendo da vicino gli sviluppi della politica e dello stato sociale americano.
Purtroppo, l'edizione Rizzoli non comprende la tavola del Bechdel Test: in effetti, si tratta solo dell'adattamento - con ulteriore selezione di strisce - dell'ennesima raccolta di Dykes pubblicata negli USA, che riprende le strisce dal 1987 al 2008.

Nonostante la sua incompletezza, la raccolta ha però alcuni pregi, fra cui quello di contenere un'ottima introduzione a fumetti dell'autrice: Alison Bechdel racconta la sua formazione di artista e di omosessuale, a cavallo fra il college e la prima esperienza newyorkese. D'altra parte, sfogliando le tavole è evidente come lo scorrere del tempo abbia affinato il tratto e la capacità di sintesi: molte delle tavole dal 2000 in poi affrontano con sicurezza avvenimenti politici e la loro ricezione da parte della comunità democratica - non solo omosessuale.
Nell'introduzione la Bechdel chiarisce anche qual era l'obiettivo di Dykes al momento della nascita della striscia: parlare dell'indicibile. Ed è quindi chiaro che, una volta penetrata nelle coscienze degli americani la percezione dell'universo non solo gay ma anche lesbico, l'opera sia arrivata nel 2008 al suo naturale esaurimento.
Non mi esprimo invece sulla prefazione firmata da Melissa P., che non immaginavo avesse tutta questa passione per mondo del fumetto...tanto da giudicare Fun Home, la graphic novel della Bechdel pubblicata da Rizzoli nel 2007, il libro più apprezzato degli ultimi anni. Mah.



Comunque, proprio con Fun Home sarebbe possibile fare un accurato confronto: a un primo sguardo superficiale, si nota subito che entrambe le opere parlano di omosessualità, anche se vissuta in maniere diverse. Nella graphic novel il protagonista è il padre di Alison Bechdel, un omosessuale o bisessuale che vive nel segreto le proprie relazioni; in Dykes si tratta invece di una comunità di lesbiche, che affronta la propria sessualità in maniera assolutamente naturale e quindi si confronta con problemi molto simili a quelli di ogni persona o coppia affiatata. Ma un ulteriore punto di contatto fra i due fumetti è il ruolo della letterarietà: l'autrice percepisce i libri come mezzo principe per esprimere sentimenti e conoscenze. E così in Fun Home la vita della famiglia Bechdel è intervallata da colte citazioni, e lo stesso rapporto di Alison con il padre si basa sullo scambio intellettuale; in Dykes, invece, alcune delle protagoniste lavorano in una libreria indipendente, considerata il luogo privilegiato per la diffusione della cultura lesbica. Assolutamente notevole è la serie di strisce, nel 2001-2002, che racconta la chiusura della libreria, schiacciata dalla concorrenza della grande distribuzione: se ormai i libri sull'omosessualità sono disponibili ovunque, non ha senso mantenere aperta una libreria specializzata. È lo stesso ragionamento proposto sopra e nell'introduzione: il compito del movimento lesbico/femminista e delle strisce di Dykes sembra essersi esaurito, la consapevolezza del "problema" ha raggiunto ormai le masse. (Anche se i film continuano allegramente a fallire il Bechdel Test.)



D'altra parte, nella stessa introduzione si cita il telefilm The L Word  come mezzo di diffusione della cultura lesbica: curioso è che la serietv  sia stata accusata, qui e , di aver preso ispirazione proprio degli episodi di Dykes. Ci troviamo di fronte al solito paradosso: la Bechdel, a p.XXV, terrorizzata all'idea che le sue lesbiche siano diventate «modelli generazionali», è costretta ad ammettere che «non puoi catturare una cosa senza modificarla». O meglio, potresti: se l'oggetto non si accorgesse di essere stato catturato. Dykes invece si è fatto notare, grazie alla qualità e alla lunga durata della serie: e inoltre la pubblicazione sui giornali, seppure di stampo femminista o lesbico, ha portato le strisce a conoscenza di quante/quanti non avrebbero comprato un volume a fumetti. Merito della tradizione delle strisce sui quotidiani, che purtroppo manca in Italia - e che non può assolutamente essere sostituita da una raccolta una tantum.



La raccolta, seppure incompleta e con una ricezione del tutto diversa da quella delle strisce bi-settimanali, vale in ogni caso una lettura attenta: non solo per approfondire la conoscenza con l'autrice, ma anche per uno sguardo sul mondo lesbico fra gli anni '80 e il 2008, in un susseguirsi di eventi degno di una telenovela. Se poi la Bechdel vi convincesse, vi ricordo che è uscita da pochi mesi una sua nuova graphic novel, Are You My Mother?, edita per ora solo negli USA: Rizzoli ha però già acquistato i diritti, e si aspetta quindi per l'autunno l'edizione italiana.

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