domenica 10 febbraio 2013

Dino Buzzati e la narrativa a fumetti


Dino Buzzati, Le storie dipinte, a cura di Lorenzo Viganò, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 2013.


Qual è la caratteristica fondamentale del fumetto, senza la quale un'opera non può essere considerata appartenente alla "nona arte"? Non sono i disegni, non sono i testi nei baloon e neanche il rapporto fra questi due componenti, perché, come visto ad esempio qui e qui, può capitare che uno dei due sia completamente assente.
A mio parere, il punto fondamentale del fumetto è la forma narrativa, il racconto di qualcosa (un avvenimento, un'idea); la caratteristica particolare, che distingue il fumetto dalla letteratura, è che il raccontare si sviluppi non in continuità ma per attimi distinti, raffigurati ciascuno in una vignetta. Le vignette possono essere scontornate, comprendere ciascuna una tavola o un paginone centrale, essere rigorosamente dodici per pagina: l'importante è che l'evento o il ragionamento venga suddiviso in momenti separati, connessi fra loro per rapporti temporali o logici. Non ritengo che un'opera composta da un solo disegno con baloon, come ad esempio i dipinti pop di Roy Lichtenstein, possa essere considerata un fumetto (se non nel senso che utilizza il linguaggio del fumetto).


Per questo Dino Buzzati, giornalista, scrittore e pittore, rientra di diritto fra gli autori italiani del fumetto. Il suo Poema a fumetti, del 1969, non ha quasi nessun baloon e in diversi punti ricorda più un romanzo (molto) illustrato, eppure è senza dubbio un fumetto: la storia di Orfeo ed Euridice, ambientata nella Milano degli anni '60, viene raccontata passo passo, con illustrazioni e con didascalie. L'opera è l'evoluzione di un'altra espressione artistica di Buzzati: le Storie dipinte.

Poema a fumetti, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1997 (6-7 ristampa 2009).

Sin da giovane, con impegno incostante, Buzzati si era infatti cimentato nella pittura: nel 1945 aveva illustrato la fiaba La famosa invasione degli orsi in Sicilia, comparsa a puntate sul «Corriere dei piccoli», mentre negli anni '50 era tornato a dipingere veri e propri quadri, grazie allo spunto dato da un concorso. Buzzati espose per la prima volta i suoi lavori nel 1958, in concomitanza con la vittoria al Premio Strega (con la raccolta Sessanta racconti). Nonostante il traino garantito dalla vincita del premio letterario, e i contatti personali con il mondo giornalistico, le opere pittoriche di Buzzati trovarono un'accoglienza incerta: molti erano pronti a guardarle con sussiego, come fossero l'hobby di un personaggio noto e un po' eccentrico.
Ma il punto che sconvolge, nei quadri di Buzzati oggi nuovamente raccolti in un'edizione Mondadori, è la tensione irrefrenabile verso la narrativa. Ciascuna illustrazione non è altro che un frammento di storia, accompagnato da una didascalia che dà una spintarella verso (o distrae da) la giusta interpretazione.
Il tono è quello tipico della maggior parte dei racconti e romanzi di Buzzati: un accenno e un suggerimento, e la strada aperta all'immaginazione del lettore/spettatore. E non poteva essere altrimenti: per Buzzati le immagini non erano che un'ulteriore modo per raccontare le proprie storie, di dignità pari se non a volte superiore alle parole stampate. Tuttavia, per quanto suggestive, le Storie dipinte non possono essere definite fumetto, proprio perchè sono quadri singoli, e la storia accennata non trova evoluzione nel racconto.



Le storie dipinte, pp.44-45. Questo è uno dei dipinti più simili a un fumetto, in cui compaiono addirittura dei baloon.

Ma con Poema a fumetti Buzzati fa decisamente un grande passo. Mette insieme i frammenti, e probabilmente la storia stessa scaturisce delle immagini che popolavano l'immaginario dell'autore: molte illustrazioni riprendono dipinti precedenti, interpretando nuovamente situazioni già presenti nelle Storie dipinte. Interessante poi è notare che anche le Storie dipinte riprendevano immagini ricorrenti: ad esempio, una raffigurazione di maiali volanti si trova sia nella Famosa invasione degli orsi in Sicilia sia in un dipinto del 1957. Ancora più curioso è accorgersi che i suini erano stati trasformati in creature volanti da un mago, nella favola del 1945, e che vengono poi abbattuti da un arciprete «persuaso trattarsi di creature demoniache» nella mostra successiva: quasi una trama secondaria, in due puntate molto distanziate e composte da una sola vignetta ciascuna.

Poema a fumetti, p.151.

Questa è in ogni caso la conferma di come per Buzzati le immagini non fossero che il racconto di una storia, e quindi appare inevitabile che il suo talento di pittore approdasse al fumetto. E non c'è che da rallegrarsene se, come affermato da Sergio Bonelli e riportato da Lorenzo Viganò nell'introduzione dell'opera per gli Oscar Mondadori, Poema a fumetti fu la prima pubblicazione a dare dignità letteraria al fumetto in Italia.

Cinghiali volanti, ne La famosa invasione degli orsi in Sicilia,
Arnoldo Mondadori Editore, Milano 2002 (10-14 ristampa 2011), p.29.

Maiali volanti, ne Le storie dipinte, p.49.

2 commenti:

  1. Dal 18 al 28 febbraio 2013, il Teatro Libero di Milano ha il piacere di presentare il debutto milanese di "Poema a fumetti", diretto ed interpretato da Paolo Valerio con videoproiezione delle immagini originali del testo di Buzzati. 
    Nuova produzione 2012 del Teatro Stabile di Verona.
    Per info 028323126 - biglietteria@teatrolibero.it

    http://www.facebook.com/events/335994869850262/

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    1. Ok, il messaggio è sicuramente pertinente e anche interessante quindi non cancello. Ma poteva essere espresso meglio, caro ufficio stampa. Tipo, spedendomi dei biglietti omaggio!
      (o mettendo almeno un link funzionante)

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