martedì 23 aprile 2013

Collane di aprile e prezzi pazzi

 

Se è vero che il prezzo di un prodotto non dipende dal costo industriale ma da quanto il consumatore è disposto a spendere, nel fumetto questo mese è successo qualcosa.

Lizard e Tunuè hanno lanciato infatti due nuove collane accomunate da un prezzo mai visto, per volumi a fumetti di una foliazione notevole: 7,90€, il prezzo di un tascabile (non illustrato). Si tratta delle collezioni «Graphic Journalism» e «Le Ali»: cliccando sui nomi, i rispettivi cataloghi.

 


La prima, firmata Lizard, esce in realtà come allegato del Corriere della Sera: ma è interessante che comunque sia scesa sotto i 9,90€ canonici - e che abbia rinunciato al lancio promozionale a 1€, proponendosi quindi come progetto editoriale completo sin dal primo numero (o forse si è trattato di scarso ottimismo, e di speranza di recuperare qualcosa già con la prima uscita?). Sì, i «Classici del fumetto» di Repubblica costavano meno - ma erano raccolte di serie, appunto, classiche, molto note e già diffuse. Quelle di Lizard sono quasi tutte ristampe di opere recenti, ad eccezione di La seconda volta che ho visto Roma di Marco Corona, che dovrebbe essere inedita (in realtà, secondo il blog dell'autore, dovrebbe uscire a metà maggio in edizione regolare...).

La collana Tunuè invece si presenta come operazione tradizionale, dalla diffusione in libreria: propone una selezione di graphic novel, di cui ben tre di Paco Roca, autore di punta della casa editrice di Latina. Non mancano comunque Sandoval, per la gioia della sottoscritta, e due autori esordienti.



Ma cosa significa questo abbassamento dei prezzi?
Le risposte possono essere varie: di tratta di un contagio dall'editoria di narrativa, in cui i prezzi sono in caduta già da alcuni anni? Forse i lettori storici non sono più disposti a spendere le cifre consuete?
Non credo; il mercato dei volumi di fumetti ultimamente mi sembra cresciuto, a guardare gli scaffali delle librerie di varia. Di sicuro è aumentato l'interesse: e quindi potrebbe essere un tentativo di avvicinare i lettori-non-di-fumetti, che sono abituati a spendere molto di meno per volumi ben pasciuti. In effetti, questo sembra proprio essere il sottointeso dell'immagine di campagna Tunuè, quella in cima al post: la ragazza protagonista sembra appena uscita da un ufficio rispettabile, e non ha proprio l'aria di una che frequenta le fumetterie.
Il tentativo di attirare nuovo pubblico è buono e apprezzabile, anche a scapito della qualità della carta e delle dimensioni ridotte: non resta che augurarsene il successo, così che sempre più lettori possano finanziare in futuro opere più costose e ambiziose.

Sperando in questo caso di non cadere nella scia della narrativa, e di non scatenare una corsa al ribasso insana e senza vincitori.

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